Chiara Lubich: una donna dal cuore missionario grande come il mondo

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{mosimage}Tante rose, a fasci, a gerbe. Di ogni colore e di ogni forma. Gialle, bianche, rosse, rose sfumate di Colombia. Deposta su un catafalco, nella grande sala degli incontri del centro Movimento Focolari di Rocca di Papa, sotto l’icona della Madonna di Cestochowa, Chiara è li, attorniata da tanti amici e conoscenti, venuti a salutarla e a dirle il loro grazie.
Molta gente, venuta da tutte le parti d’Italia e del mondo, prega e canta. Tanti sacerdoti e religiosi, Vescovi e Cardinali, già si sono prenotati per i suoi funerali, martedì prossimo, nella Basilica di S. Paolo fuori le mura, presieduti dal Card. Bertone.
La fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich, è spirata alle 2.00 di venerdì notte nella sua casetta verde alla Mariapoli di Rocca di Papa, dove si era fatta riportare 24 ore prima lasciando il Policlinico Gemelli di Roma. Aveva 88 anni.
Chiara Lubich ha vissuto un ''impegno costante per la comunione nella Chiesa, per il dialogo ecumenico e la fratellanza tra tutti i popoli''. Lo afferma il Papa Benedetto XVI nel telegramma di cordoglio ai focolarini, in cui chiede anche loro di seguire ''le orme e mantenerne vivo il carisma'' nell''ardore missionario''.
Non è qui il luogo per tracciarne la storia e delinearne il suo lavoro. Bastino alcune testimonianze significative a farci capire la grande missione che Chiara ha svolto nella Chiesa.
''Si spegne, con Chiara Lubich, una delle figure più rappresentative del dialogo interreligioso e interculturale, una voce rigorosa e limpida – afferma il presidente Giorgio Napolitano - nel dibattito contemporaneo. Nel corso di una vita spesa al servizio degli altri, Chiara Lubich, con la sua fede, la sua intelligenza e la sua passione, ha saputo fondare un movimento, tra i più estesi nel mondo, in grado di confrontarsi, con spirito aperto, con il mondo laico sulla base della supremazia degli ideali umani della solidarietà, della giustizia e della pace fra popoli e nazioni''.
Bartolomeo I, Patriarca di Costantinopili fu l’ultima personalità a renderle visita al Gemelli. "Chiara Lubich aveva rispetto e stima per la Chiesa di Costantinopoli per il suo lavoro fortissimo di promuovere uno spirito basato sull'amore tra popoli di tutte le religioni e culture. Il suo lavoro non solo ha toccato cinque milioni di persone attive nel movimento dei Focolari - aggiunge il Patriarca - ma è stato anche una ispirazione al popolo di tutte le fedi del mondo intero". Il patriarca ha quindi espresso "la sua profonda e personale tristezza per la morte dell'amata sorella in Cristo. Chiara Lubich e' stata una donna grande di spirito e coraggio, una donna che ha avuto la pazienza del chicco di grano evangelico che morendo porta molti frutti. A me piace ricordarla come la donna che ha diffuso una convinzione antica e nuova come il vangelo: e' possibile vivere e predicare un cristianesimo e un cattolicesimo mite, capace di ascoltare e condividere la grande ricerca umana di Dio e dell'amore. Lei poi ha identificato Dio e l'amore e ha sognato una chiesa capace nel tempo di testimoniarlo''.
Un altro protagonista del dialogo ecumenico, frère Alois, priore della comunità di Taizé, ha partecipato con tre fratelli alla messa solenne celebrata ieri pomeriggio alla "Mariapoli" di Rocca di Papa: "Noi a Taizé - ha detto frère Alois - rendiamo grazie a Dio per la vita di Chiara e per tutto quello che ha compiuto. È una luce per noi. E questa luce rimane tra noi. Frère Roger aveva una grande stima e un grande amore per Chiara".
Il 7 dicembre 1943 Chiara pronuncia il suo sì per sempre a Dio nella chiesetta dei Cappuccini di Trento. Era sola. Nata a Trento il 22 gennaio 1920, vive anni di povertà, dopo il fascismo: il padre socialista perde il lavoro a causa delle sue idee. Per mantenersi agli studi, sin da giovanissima da' lezioni private. Il suo nome di battesimo è Silvia. Assumerà quello di Chiara, affascinata dalla radicalità evangelica di Chiara d'Assisi. Partecipando, nel 1939, a Loreto ad un corso per giovani di Azione cattolica, nel Santuario dove e' custodita, secondo la tradizione, la casetta di Nazareth che aveva ospitato la Sacra famiglia, intuisce quale sarà la sua vocazione: una riproduzione della famiglia di Nazareth, una nuova vocazione nella Chiesa, e che molti avrebbero seguito questa via. Nel 1964 Chiara e' ricevuta per la prima volta in udienza dal Papa, allora Paolo VI, che riconosce nel Movimento un' "Opera di Dio". Ha 23 anni.
Per la prima volta nella storia, Chiara Lubich espone la sua esperienza spirituale, nel 1981, in un tempio a Tokyo di fronte a 10.000 buddisti, e nel 1997 in Thailandia a monache e monaci buddisti; qualche mese dopo fa lo stesso nella storica Moschea 'Malcolm X' di Harlem a New York, di fronte a 3000 musulmani afro-americani. Nello stesso anno, a Buenos Aires, è ospite di organizzazioni ebraiche. Nel 2001 sarà in India: si aprirà una nuova pagina nel dialogo del Movimento con il mondo indù. Nel 1994 e' nominata tra i presidenti onorari della Conferenza mondiale delle Religioni per la pace (Wcrp).
«Una mistica dell’unità “tra cielo e terra”». Così Sergio Zavoli, parla di Chiara Lubich. «Non a caso Chiara, tra i mistici moderni, sarà ricordata come la punta più alta dell’ecumenismo, in sintonia con l’“ut unum sint” scelto da papa Wojtyla a simbolo del famoso “spirito di Assisi”, in base al quale può dirsi che da nessuna cattedra e pulpito, da nessuna panca e stuoino, una preghiera - se autentica - può pretendere di salire più in alto di tutte le altre».
Donna che della missione ha prediletto, oltre all’ecumenismo, gli aspetti più attuali: l’attenzione alle persone, l’annuncio che Gesù è “Via, verità e vita”, il dialogo interreligioso.
Riposerà nella chiesetta della Mariapoli, a Rocca di Papa, accanto a colui che lei considerava il confondatore dei Focolari: Igino Giordani.

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