Quando seppelliamo i nostri morti, non possiamo non pensare, o caro Gesù, alla tua morte e sepoltura. Sulla tua croce una scritta diceva: Il re dei Giudei, e tu eri lì in mezzo a due malfattori, crocifisso come uno di loro.
Rit. In te spero, Signore, Dio dei viventi.
La gente cattiva, che non aveva capito nulla di te, schiamazzava: Ehi, tu, se sei il Figlio di Dio, discendi dalla croce. Anche oggi quante bestemmie contro di te, quante imprecazioni contro la morte e contro la vita eterna.
Rit. In te spero, Signore, Dio dei viventi.
Una morte serena ti chiediamo per noi. Abbiamo terrore delle sofferenze acerrime di quegli ultimi istanti. Ci vengono in mente, Gesù, le parole uscite dalle tue labbra sfigurate: Dio mio, perché mi hai abbandonato?, e la tua sete infinita e il tuo urlo straziante prima di morire.
Rit. In te spero, Signore, Dio dei viventi.
Caro Gesù, lì sotto la croce c’era la tua madre Maria con il tuo discepolo Giovanni e un bel gruppetto di donne che innalzavano al cielo il loro pianto composto. Tutto ci crolla addosso quando un nostro congiunto ci lascia.
Rit. In te spero, Signore, Dio dei viventi.
Con il cuore sconvolto, ma ancora pieno di amore, Giuseppe di Arimatea e le donne che ti avevano seguito dalla Galilea fino a Gerusalemme, calarono il tuo corpo dalla croce e lo seppellirono, avvolto in un lenzuolo, in un sepolcro nuovo scavato nella roccia.
Rit. In te spero, Signore, Dio dei viventi.
Di buon mattino, il terzo giorno, Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salomè vennero al sepolcro con oli aromatici per imbalsamare il tuo corpo. Ma nel loro cuore tu, Gesù, eri vivo e presente e le attiravi, pieno di gioia per la grande sorpresa che avevi loro riservata di abbracciarti nella gloria della tua risurrezione.
Rit. In te spero, Signore, Dio dei viventi.
Caro Gesù, tu hai detto: Chi mangia il pane che io gli darò, avrà la vita eterna (cf Gv 6,51). Proprio perché noi ci nutriamo di te, crediamo fermamente che tu ridonerai la vita ai corpi dei nostri cari, quando vengono deposti nella tomba.
Rit. In te spero, Signore, Dio dei viventi.
La grande avventura cristiana
La vita del cristiano è una grande e meravigliosa avventura che arriva al suo culmine nell’istante della morte, morte che non è un traguardo ma un trampolino di lancio per una vita che non avrà più fine. Da quando abbiamo intrapreso, dopo il nostro battesimo, il grande viaggio di navigare dentro la bellissima storia d’amore che è Gesù Cristo, il nostro cuore non si sentirà mai appagato pienamente fino a quando non riposerà nel seno di Dio, in un abbraccio tenerissimo.
La nostra è una vita che ci mette ogni giorno in contatto e in confronto con il Figlio di Dio, Gesù, fatto uomo, nel grembo purissimo di una giovane vergine, Maria di Nazaret. Solo con lui ha avuto inizio la salvezza del mondo: nuova creazione.
Le cose che ha detto Gesù, il suo Vangelo, le ha dette per tutti, nessuna creatura umana esclusa: Dio Padre ci ama tutti e vuole che tutti si salvino. La legge che egli ha dettato è una sola, l’amore: Ama Dio e ama il prossimo tuo. Non ci sono privilegiati né raccomandati se non i peccatori, i deboli, gli sfruttati. Gesù si china con tenerezza su di loro e li salva.
Un’acqua fresca e cristallina egli ci dona, lo Spirito Santo, perché zampilli come una fonte perenne. E per nutrirci ci dona il suo Corpo santissimo, tutto se stesso, perché la morte non abbia la vittoria su di noi. E infine, oh meraviglia, egli si vuole unire a noi con un legame amoroso, indissolubile, eterno, come uno sposo che si unisce alla sua sposa, e così saremo per sempre un solo corpo e un solo spirito con lui.
Da noi, Gesù, si aspetta che ci decidiamo liberamente per lui, che riconosciamo di essere deboli e peccatori, sempre bisognosi di lui, del suo perdono, della sua amicizia. Egli ha detto: Chi crede in me non morirà in eterno. Sostenuti da questa certezza è giusto che affrontiamo la morte come l’azione più importante della nostra vita.
L’opera dello Spirito Santo
La fede, dono tuo, o Spirito Santo, ci dice con forza che il nostro corpo è il tuo tempio e che tu non lo abbandonerai anche quando viene deposto nella tomba, perché tu lo farai risorgere a vita nuova e immortale, come hai fatto con il nostro Signore Gesù Cristo.
Rit. Vieni Spirito Santo, e rinnova la faccia della terra.
La speranza, dono tuo, o Spirito Santo, ci dà la sicura certezza che il Padre ha preparato per noi una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia e la cui felicità sazierà tutti i nostri desideri di pace (cf Gaudium et Spes, 39). E allora ritrovandoci in Dio nostro Padre potremo anche entrare in comunione con i nostri cari che ci hanno preceduti.
Rit. Vieni Spirito Santo, e rinnova la faccia della terra.
La carità, dono tuo, o Spirito Santo, mette fuoco nel nostro cuore perché finalmente la vita non finirà più e soprattutto perché ci incontreremo con il nostro grande Amore, Gesù, che per noi è morto ed è risorto. Allora Dio sarà tutto in tutti e noi formeremo come un mare infinito di figli a lode e gloria del Padre nostro. Rit. Vieni Spirito Santo, e rinnova la faccia della terra.
Per te, o Spirito Santo, noi siamo venuti a conoscenza del progetto di Dio, così come lo ha concepito nel suo grande cuore il nostro Padre e come lo ha realizzato. Quanti da sempre ci ha conosciuti ci ha anche amati, ci ha chiamati a vivere su questa terra, e ci ha predestinati a essere conformi all’amato Figlio del suo grembo. Rit. Vieni Spirito Santo, e rinnova la faccia della terra.
O Spirito Santo d’amore, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra. Ci hai donato il nostro caro Salvatore Gesù che per noi è morto, fu sepolto ed è risorto, lui, il Primogenito di tutti noi suoi fratelli. Il Padre ci ha giustificati per i meriti dello stesso Gesù e già fin d’ora ci ha glorificati per un posto sicuro in Paradiso. Rit. Vieni Spirito Santo, e rinnova la faccia della terra.